In inglese questa sigla ha un acronimo (PICS): può considerarsi una illustre sconosciuta, ma la Sindrome da cure post- intensive coinvolge annualmente milioni di pazienti che sono stati ricoverati in unità di terapia intensiva, un terzo dei quali ha bisogno di una macchina per aiutarli a respirare (ventilatore). Questi pazienti critici possono sviluppare problemi di salute legati alla loro malattia, all’infortunio, al ventilatore usato o ad altri trattamenti che le cure intensive hanno richiesto.
Sindrome da cure post- intensive non può essere totalmente evitati e possono continuare anche dopo che il paziente lascia l'ospedale: delirio, sindrome da distress respiratorio acuto, ansia, depressione, sepsi, sono alcuni tra gli elementi clinici che caratterizzano questa sindrome, varia nella sua manifestazione, e non prevenibile. La Sindrome da cure post-intensive (PICS) si compone di problemi di salute che rimangono dopo la malattia critica ed il ricovero in cura intensiva. Sono segni e sintomi presenti quando il paziente è in terapia intensiva e possono persistere anche dopo il ritorno a casa, coinvolgendo anima e fisico del paziente stesso. Una debolezza d’animo, emotiva, e fisica appaiono essere alla base di questa sindrome, che può comportare anche problemi di natura cognitivo-comportamentale importante. Proviamo a riassumere alcuni degli elementi che possono caratterizzare una Sindrome da cure post-intensive:
- Ipostenia muscolare: la debolezza muscolare che si sviluppa durante un soggiorno in terapia intensiva . Questo è un problema comune di essere gravemente malato e si verifica in pazienti ventilati, talora ricoverati con gravi infezioni (sepsi). I pazienti che sviluppano la ipostenia muscolare (in inglese si usa l’acronimo ICUAW) richiedono mediamente un anno per riprendersi completamente: la vita quotidiana è difficile, vestirsi, mangiare, fare il bagno e camminare sono azioni molto limitate che richiedono impegno da parte del paziente. Nella gran parte dei casi l’ipostenia muscolare tende a regredire, ma richiede una grande applicazione ed una continuità di “allenamento” da parte del paziente.
- disfunzione cerebrale cognitiva: ricordare, prestare attenzione, risolvere i problemi aritmetici, organizzare la giornata, lavorare su compiti complessi sono gesti e situazioni che spesso i pazienti con PICS non sono in grado di fare. La gran parte delle persone tende a migliorare durante il primo anno, purtroppo una piccola percentuale (10-15%) non recuperano mai pienamente.
- Altri problemi di salute mentale: i disturbi del sonno sono un elemento comune a molti pazienti con PICS. Insonnia ed incubi sono gli elementi comuni, fortemente legati a evidenti ricordi indesiderati. I pazienti possono anche sentirsi depressi e ansiosi e possono avere sintomi di disordine da stress post-traumatico.
Una eventuale terapia nella Sindrome da cure post-intensive si basa sul controllo e sul miglioramento delle funzioni deficitarie e nella attenuazione dei disturbi del sonno e dell’ansia:
- fisioterapia e terapia motoria in genere (meglio se seguiti da istruttori laureati in scienze motorie e qualificati)
- terapia occupazionale
- eventuali integratori di melatonina e serotonina, magnesio e selenio
- eventuali ansiolitici
Un aiuto importante a questi pazienti è dato dalla famiglia: come comportarsi con un paziente o parente con Sindrome da cure post-intensive? Piccole indicazioni sono le seguenti:
- Parlare di cose familiari, di persone ed eventi
- Parlare del giorno, data ed ora
- Leggere ad alta voce al letto del paziente
- tenere un diario o giornale e poi rivederlo con il paziente, può aiutare il vostro membro della famiglia a capire quello che è successo, chiarire alcuni ricordi, e ridurre lo stress;
- allenare la mente del paziente con cruciverba, quiz, scacciapensieri.
Nei casi più complessi è possibile chiedere aiuto a specialisti (fisiatri, logopedisti, fisioterapisti, psichiatri e psicologi) per analizzare il problema e affrontarlo bene.