Negli ultimi decenni il rachitismo ha subito una drastica riduzione in termini di incidenza e prevalenza nei paesi occidentali, permanendo invece nei paesi sottosviluppati ed in via di sviluppo, caratterizzandosi per un quadro patologico a carico delle ossa e delle articolazioni secondario a deficit alimentare; se trattato in maniera idonea, il rachitismo può essere guarito. Una sua mancata cura può portare anche a gravi malformazioni ossee.
La malattia de il rachitismo insorge in età infantile e clinicamente si può apprezzare una riduzione della crescita del soggetto rispetto alla media, con presenza di morbidezza (anche associata a dolore) delle ossa, lassità delle articolazioni e deformazioni precoci degli arti (classicamente i bambini con rachitismo presentano le gambe "a parentesi", come quelle dei fantini). I sintomi del rachitismo si possono riassumere come segue:
- pastosità delle ossa e dolore osseo alla palpazione, che riguardano le braccia, le gambe, il bacino e la spina dorsale;
- malformazioni dello scheletro (cranio asimmetrico o dalla forma strana, gambe arcuate, protuberanze della cassa toracica, sterno prominente, deformazioni del bacino e della spina dorsale incluse cifosi e scoliosi;
- malformazioni della dentizione con ritardo nella crescita dei denti, difetti nella struttura dei denti (fori nello smalto), carie accentuate e progressivo indebolimento dei denti;
- deficit di crescita con tendenza all’ipostaturismo (bassa statura);
- frattura delle ossa frequenti anche per piccoli traumi;
- crampi muscolari ed ipostenia o astenia (mancanza di forza).
Altri test possono aiutare nella diagnosi de il rachitismo, come le analisi del sangue, i raggi X, la presenza di calcio nelle urine e, più raramente, una biopsia delle ossa. La patologia dipende dalla carenza di vitamina D nel corpo.
La vitamina D è oggi considerato a tutti gli effetti un ormone che aiuta il corpo a controllare i livelli di fosfato e di calcio, modulando di fatto la crescita e lo stato di salute e di equilibrio metabolico dell'osso. In parte assorbita dal cibo, in parte prodotta dalla pelle quando viene esposta alla luce del sole, la vitamina D dunque regola l'omeostasi delle ossa e del calcio e del fosfato nel sangue: un'alterazione di questi elementi può indurre il rachitismo, indebolimento osseo riconducibile a diverse cause:
- scarsa esposizione alla luce del sole (deficit di produzione cutanea di vitamina D)
- scarsa assunzione alimentare di vitamina D e calcio (comune negli stati di malnutrizione, ma possibile anche in soggetti con intolleranza o allergia al latte e derivati)
- predisposizione familiare (rachitismo congenito), spesso correlato a patologie del fegato che non consentono di convertire la vitamina D nella sua forma attiva.
Per le motivazioni di cui sopra il rachitismo si classifica in due gruppi:
- Forme genetiche: deficit nutrizionale, mancata esposizione alla luce solare, malattie renali ed epatiche croniche e problemi nell’assorbimento di vitamina D (la celiachia, ad esempio).
- Forme non genetiche: ipofosfatemia familiare, rachitismo vitamina D dipendente di tipo I e rachitismo vitamina D dipendente di tipo II.
Il trattamento terapeutico consiste nell'alleviare i sintomi e nel correggere la causa della malattia. La cura delle cause che hanno generato il rachitismo è fondamentale per evitare delle recidive.
Dal punto di vista alimentare necessita apporto di calcio, fosforo o vitamina D, che elimina la maggior parte dei sintomi del rachitismo, dunque la dieta, eccetto eventuali integratori alimentari specifici, necessita di:
- pesce
- fegato
- latte e latticini.
Per combattere il rachitismo è utile anche l’esposizione al sole.